Nel grigio dell’ombra del dubbio, al polo opposto di quell’Alma Negra che vive dentro ciascuno di noi, sagome di verde scuro militare scivolano, oniriche come un dipinto di Tagore, immobili nel loro viaggio senza gambe e senza direzione (sin piernas y sin dirección), sullo sfondo psichedelico del fluo dei trucchi di Cacao Mental, una distorsione della gamma enarmonica degli specchi di Agarttha, un tripudio tropicale fra bagliori di luce e calore di fiamme, una battaglia di colori. Soldatini in guerra come in un gioco, anzi, la guerra come “gioco per eccellenza perché la guerra è in ultima analisi un’effrazione dell’unità dell’esistenza”, dice il Meridiano di Sangue, “perché in essa la posta inghiotte gioco, giocatore, tutto quanto”.
Per vincere basta sventolare un solo color, Bandera Blanca, uscire dal Gioco, arrendersi alla propria umanità, all’amore per la pace ed il futuro, e vedere la bellezza di ogni colore.
Sácala tu bandera blanca, Sácala ya no quiero guerras, canta Cacao Mental, sopra la videoarte di Paulonia Zumo.
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